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AREE PROTETTE E PARCHI NATURALI
AREE PROTETTE E PARCHI NATURALI: LA DIACCIA BOTRONA
Tra le aree protette e parchi naturali più importanti della Maremma la Riserva Naturale della Diaccia Botrona è senza dubbio un’area palustre di interesse internazionale.
La riserva naturale della Diaccia Botrona è un’area naturale protetta caratterizzata da un ambiente tipico palustre che occupa una superficie di 1.273 ettari tra la città di Grosseto e la località costiera di Castiglione della Pescaia.
La Diaccia Botrona è un’area protetta caratterizzata da un ambiente tipico palustre. È ciò che resta del Lago Prile o Lago Preglio, vastissimo bacino lacustre, che nei secoli passati occupava questa zona di pianura e che è stato quasi interamente prosciugato a seguito delle grandi opere di bonifica iniziate dai Lorena nel Settecento attraverso lavori di canalizzazione delle acque per eliminare definitivamente la malaria.
Classificata ai sensi della Convenzione di Ramsar “zona umida di importanza internazionale”, la Diaccia Botrona è una delle più importanti aree della Toscana per lo svernamento, la sosta e la nidificazione di numerose specie di uccelli. Il clima appartiene al tipo sub-umido asciutto con piovosità media di 600 mm e temperatura media annua di 14,5 °C con temperature più alte d’agosto e precipitazioni minime di luglio e con massimi a novembre: le temperature medie giornaliere non scendono mai sotto gli 0 °C.
AREE PROTETTE E PARCHI NATURALI: IL PARCO DELLA MAREMMA
Il Parco della Maremma è tra le aree protette e parchi naturali più importanti in Italia. In Maremma le riserve, i parchi e le oasi occupano circa 40.000 ettari e sono parte integrante di un territorio che si contraddistingue per la varietà e la ricchezza dei suoi ambienti naturali.
Il più conosciuto è il Parco Naturale della Maremma, esteso per circa 100 kmq, comprende il tratto costiero della maremma toscana che va dal promontorio di Talamone fino alla foce del fiume Ombrone. Un territorio ricco di ecosistemi in cui si presta grande attenzione alla conservazione della biodiversità.
Dal punto di vista naturalistico possiamo dire che la maggior parte del parco è occupata dai Monti dell’Uccellina che corrono paralleli alla costa, sono coperti da una fitta macchia e toccano le quote più alte in corrispondenza di Poggio Lecci con 417 metri sul livello del mare.
Nella parte settentrionale (pianeggiante) troviamo invece le zone umide caratterizzate da ambienti palustri generati dalla foce del fiume Ombrone. Altro importante ecosistema è rappresentato dalla pineta situata nella Marina di Alberese, risultato del rimboschimento attuato da Leopoldo II di Lorena. Il tratto costiero è invece costituito da una successione di spiagge sabbiose, baie e scogliere per complessivi 25 km tra Talamone e Principina a Mare.
Nella stagione migratoria il parco è una meta prescelta da molte specie di uccelli acquatici, vi nidificano inoltre alcune specie importanti come il fratino, la ghiandaia marina, l’occhione e dal 2010 per merito di un progetto di reintroduzione, è tornato a nidificare anche il falco pescatore.
Per quanto riguarda i rapaci segnaliamo il falco pellegrino, il gheppio, la poiana, il biancone, il falco di palude, il barbagianni e la civetta. Il parco Inoltre rappresenta un habitat naturale ideale per cavalli e bovini che vivono allo stato brado o allevati all’aperto. Lungo il tratto di strada che dall’ingresso conduce alla spiaggia di Marina di Alberese ammirerete in tutta la loro bellezza le mandrie di vacche maremmane.
Nell’ambiente dei pascoli inoltre vivono stabilmente la lepre e il riccio, tuttavia vi compiono le loro scorribande notturne anche la volpe, il tasso, l’istrice e il cinghiale. Nelle zone boscose troviamo il capriolo e nelle pinete il daino. Nella zona costiera infine sono presenti diversi carnivori tra cui il gatto selvatico, il lupo, la martora, la faina e la lepre europea.
Il Parco della Maremma pur essendo coperto da una folta vegetazione presenta notevoli testimonianze storiche tra cui numerose torri di avvistamento costruite per prevenire gli attacchi dei pirati saraceni nel XV secolo, ma soprattutto le possenti rovine dell’abbazia di San Rabano del XII secolo nata come monastero benedettino, passata nel 1307 all’ordine dei cavalieri di Gerusalemme e abbandonata nel Cinquecento.
AREE PROTETTE E PARCHI NATURALI: IL PARCO NATURALE DI MONTIONI
Il Parco Naturale di Montioni è un’area protetta con una superficie di circa 6500 ettari, situata sul terreno di 5 comuni diversi: Massa Marittima, Follonica, Suvereto, Piombino e Campiglia Marittima (si estende per 4.494 ettari in provincia di Livorno e per 1.990 ettari in quella di Grosseto).
I boschi sono principalmente composti da alberi di cerro e di leccio. Nelle aree più umide sono presenti anche lembi di bosco ripariale costituito da piante appartenenti a più specie. La fauna invece è quella che tendenzialmente frequenta i boschi di macchia mediterranea maremmana.
L’attuale aspetto del parco di Montioni è il risultato di un lunghissimo periodo di intenso sfruttamento del bosco che ricopriva e ricopre questa altura. Sfruttamento che dopo 1960 a lasciato il posto ad una fase di abbandono. Dopo questa data infatti, le superfici boscate non hanno subito ulteriori forme di sfruttamento, se non quelle legate agli usi civici.
AREE PROTETTE E PARCHI NATURALI: UN PO’ DI STORIA SU MONTIONI
A livello geologico Montioni era noto in passato per l’abbondante presenza di allume nel sottosuolo. Un minerale molto utilizzato nelle tintorie e per la concia delle pelli. Il Papa Sisto IV (1414 – 1484) che possedeva il monopolio dell’unica fonte al momento conosciuta (i monti della Tolfa nel Lazio) cercò di accaparrarsi i giacimenti che sono stati sfruttati fino al secolo scorso. Ancora oggi passeggiando per il parco è possibile osservare alcune delle cavità nella roccia lasciate dai cavatori dopo la completa estrazione dell’Allume.
Il più antico riferimento a Montioni la troviamo nella documentazione scritta al 783 (d.C.), mentre per avere notizie di un primo insediamento stabile in questo territorio bisogna aspettare il 1038 anno in cui venne rogato un documento nel quale si faceva riferimento, indirettamente, ad un castello ubicato proprio a Montioni.
Tuttavia, il luogo indicato nel documento non è da identificare con l’attuale villaggio di Montioni, sorto per volere di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte. Il castello coincide con i ruderi della torre posta sull’altura denominata Montioni Vecchio o Montionaccio.
AREE PROTETTE E PARCHI NATURALI: COSA TROVIAMO NEL PARCO
Il territorio del Parco di Montioni è prevalentemente collinare ricoperto da boschi di leccio attraversati di sentieri percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo.
All’interno del Parco troviamo anche due Riserve Naturali Statali: Poggio Tre Cancelli e Marsiliana.
Per quanto concerne l’aspetto faunistico, nel Parco ci sono le condizioni ideali per lo sviluppo in totale libertà di numerose specie faunistiche, ed infatti vi segnaliamo abbondanza di caprioli, daini e cinghiali, ma anche volpi, ricci, donnole, istrici e con tutta probabilità sono presenti anche gatti selvatici.
Anche la fauna ornitica è abbondante tra cui: poiane, tortore, sparvieri, falchi bianconi, gufi, civette, barbagianni ecc.
Nel Parco troviamo anche antiche testimonianze storiche come la Pievaccia, costruzione religiosa fortificata del X- XI secolo; i resti del Castello di Montioni; resti di antichi villaggi etruschi e romani; ma soprattutto le cave di allume con relativo villaggio minerario fatto realizzare nel 1809 da Elisa Bonaparte (Principessa del Principato di Piombino). Il villaggio comprendeva le case dei minatori ma anche un palazzo per la residenza della principessa con stabilimento termale i cui resti sono tutt’oggi visibili.
Per quanto riguarda i servizi del Parco, sono presenti strutture per l’osservazione della fauna, aree attrezzate per pic-nic, una struttura ricettiva per accogliere i gruppi, ed un laboratorio per la didattica ambientale per gruppi e scolaresche.
Per informazioni: prenotazioni@parchivaldicornia.it – Tel. 0565 226445
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