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AREE ARCHEOLOGICHE E MUSEI

AREE ARCHEOLOGICHE E MUSEI: ROSELLE

Le aree archerologiche e i musei presenti in Maremma sono innumerevoli a testimonianza dell’immenso patrimonio storico presente. La Maremma è un territorio che ha subito le conquiste degli etruschi prima e dei romani dopo.

Tra le aree archeologiche rilevanti erano presenti le città di Vetulonia e di Roselle che facevano parte delle dodici città più potenti (dodecapoli).

La dodecapoli dell’Etruria comprendeva le città di:

  • Caere, Tarquinia, Vulci, Roselle, Vetulonia, Veio, Volsinii, Chiusi, Perugia, Cortona, Arezzo, Volterra – il posto di Veio, dopo la caduta nel 396 a.C., sarebbe stato preso da Populonia.
Roselle fu una delle dodici città stato etrusche, oggi è un interessante sito archeologico in cui è possibile riscontrare visivamente il sovrapporsi della civiltà Romana su quella Etrusca.

Roselle venne fondata dagli etruschi, prima del VII sec. a.C., su un colle che si affacciava sulla sponda orientale del Lacus Prilius. Questo lago marino si estendeva per circa 90 chilometri quadrati sulla piana grossetana, ma nel corso dei secoli ha subito un processo di interramento ed è praticamente sparito. Oggi ne rimane una piccolissima porzione che corrisponde alla Riserva Naturale Diaccia Botrona.

Roselle godeva di una favorevole posizione geografica che le permetteva di controllare il bacino del fiume Ombrone, si sviluppò quindi molto rapidamente, a scapito dall’altro centro etrusco di Vetulonia, situata invece sulla sponda nord occidentale dello stesso lago. Roselle divenne così una lucumonia, ovvero una città stato della dodecapoli etrusca.

Lo storico Dionigi di Alicarnasso ci racconta che alla fine del VII sec. a.C. Roselle promise aiuti militari ai Latini nelle guerre contro Tarquinio Prisco. Nel 294 a.C. per mano del console Lucio Postumio Megello, Roselle venne conquistata da Roma. Dopo circa tre secoli dalla conquista, grazie alle potenti famiglie dei Bassi e dei Viciri, Roselle fu interessata da un forte sviluppo edilizio e monumentale, con la costruzione dell’anfiteatro, del foro, della basilica e delle terme.

Successivamente, nella tarda età imperiale, per Roselle iniziò un periodo di decadenza come per tutte le altre città romane. Nel V sec. d.C. divenne sede vescovile (Vitaliano fu il primo vescovo) ma nonostante ciò Roselle nel medioevo era nulla di più che un centro modesto. Il “colpo di grazia” arrivò poi nel 1138 quando la sede vescovile venne trasferita a Grosseto; iniziò così un lento ma inesorabile declino che si concluse nel XVI secolo quando la città venne definitivamente abbandonata (Fonte Dati).

LINK UTILI DI RIFERIMENTO:
 
Aree archeologiche e musei - Museo di Vetulonia
Museo Isidoro Falchi di Vetulonia
Aree archeologiche e musei - Museo di Vetulonia

AREE ARCHEOLOGICHE E MUSEI: VETULONIA

Per secoli Vetulonia è stata una mitologica città etrusca, una celeberrima città della Dodecapoli etrusca, una potenza economica, politica e artistica del tempo, di cui però si erano perse completamente le tracce, come se fosse sparita nel nulla. Di Vetulonia restavano le citazioni nei testi antichi, come nelle opere di Dionigi di Alicarnasso che la ricordava alleata con i Latini in opposizione a Roma nel secolo VII a.C.

Altrimenti nell’opera di Silio Italico, che narrava come Roma avesse preso da Vetulonia i simboli del potere: i fasci littori, la toga listrata e la sella curule (i curuli infatti erano i magistrati dotati di giurisdizione, a cui era riservata detta sella); o ancora Plinio che citava Vetulonia in merito alla suddivisione amministrativa dell’Etruria di epoca augustea.

Vetulonia sembrava tuttavia destinata a restare una città leggendaria, invece durante gli scavi effettuati a Cerveteri nel periodo 1840-1846, venne alla luce il basamento della statua di Claudio (trono di Claudio) su cui erano scolpite tre divinità in rappresentanza di tre importanti popoli etruschi: il popolo di Vulci, quello di Tarquinia e quello di Vetulonia!

Ovviamente la scoperta diede nuovo impulso alle ricerche e nel maggio del 1880, Isidoro Falchi “un medico al servizio dell’archeologia”, che stava effettuando delle ricerche a Colonna di Buriano, così annotava sul proprio diario: “al Poggio di Colonna attratto da tre monete etrusche… e dagli avanzi di grande antichità… che ebbi a osservare mi parvero di tale mole, così vasti e meravigliosi, da richiamare il pensiero… alla celebre Vetulonia”. 

Ovviamente ci vollero anni di scavi per dimostrare quanto asserito, ma gli splendidi reperti etruschi che vennero alla luce spazzarono ogni dubbio. Si arrivò così alla conclusione che Colonna di Buriano e l’antica Vetulonia, erano in realtà la stessa città, ed il 22 luglio 1887, con un Regio Decreto, il re d’Italia Umberto I riassegnò a Colonna di Buriano l’antico nome di Vetulonia (Fonte Dati).

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